Misteri italiani. Dai diari di Mussolini ai delitti di Stato by Silvio Bertoldi

Misteri italiani. Dai diari di Mussolini ai delitti di Stato by Silvio Bertoldi

autore:Silvio Bertoldi [Bertoldi, Silvio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788817021937
editore: Rizzoli
pubblicato: 2008-03-04T23:00:00+00:00


Schuster

Due uomini di fronte, a una svolta della storia: un principe della Chiesa, il cardinale di Milano Schuster, e un dittatore sconfitto, Mussolini. Tra i due, le schermaglie che contrassegnano un colloquio in cui l’astuzia e la diplomazia dell’arcivescovo fronteggiano la disperazione di un interlocutore che ha puntato tutto su quell’incontro, per rendersi conto ora della sua inutilità. È il 25 aprile 1945, gli Alleati hanno già passato il Po, sono a Mantova, tra qualche ora entreranno a Brescia, Milano ha deciso l’insurrezione generale. Cosa rimane della Repubblica Sociale? C’è ancora tempo per salvarsi? E come?

Mussolini sa di avere le ore contate. Gli resta un’ultima carta, chiedere al cardinale di farsi intermediario tra fascisti e Comitato di Liberazione Nazionale, al quale vuole arrendersi, subito, prima del precipitare della situazione. Con Schuster è in contatto da tempo attraverso suo figlio Vittorio, l’arcivescovo conosce le intenzioni del Duce. Ora si è giunti al momento decisivo, un colloquio tra i due può concludere forse senza sangue l’avventura dei venti mesi di Salò e mettere la parola fine a una guerra che non ha più senso. Di fronte alla catastrofe, il dittatore rimasto solo cerca la mediazione della Chiesa. Schuster, pur sapendo cosa accadrà domani e quali trame si siano intessute per preparare la soluzione, accetta l’incontro.

Ore dieci del mattino, Prefettura di Milano. Mussolini ordina al prefetto Bassi di convocare l’industriale Cella (al quale nei giorni precedenti ha venduto sede e macchinari del «Popolo d’Italia»), personaggio vicino al cardinale. Deve andare da Schuster a chiedergli un incontro per quello stesso pomeriggio. Cella arriva, prende nota, riparte. Si presenta trionfante alle 14,30: il cardinale ha accettato, ora fissata per il colloquio le 16, in Arcivescovado. Solo il tempo per avvertire il ministro dell’Interno Zerbino e il sottosegretario Barracu di prepararsi ad accompagnarlo. Venga anche il prefetto Bassi e sia Cella a far da guida. Partono con l’automobile dell’industriale, senza scorta, tutti in borghese; tranne Mussolini, in uniforme grigioverde, che prima di uscire si è messo in testa una bustina militare senza gradi né aquile e si è assicurato di avere con sé una rivoltella Beretta calibro 6.35 dal calcio dorato.

Il colloquio all’Arcivescovado segna il momento più drammatico della vicenda finale di Mussolini. Lì, in Arcivescovado, egli si renderà conto di non avere più scampo né prospettive. La stessa sua morte, la sua esecuzione a conclusione di un estremo tentativo di fuga, rappresenta l’esito quasi scontato di una tragedia di cui nel palazzo di piazza Fontana si era manifestata l’ineluttabilità.

Eppure Mussolini era entrato da Schuster per barattare la sua resa con il Comitato di Liberazione convinto che la presenza del presule avrebbe potuto favorire una trattativa per lui vantaggiosa: la Repubblica Sociale contro la salvezza. Ora invece, dopo avere attraversato il cortile deserto dell’Arcivescovado, salito lo scalone senza incontrare nessuno, avere veduto lo ieratico cardinale in attesa sull’uscio del salottino rosso delle udienze private, sente nell’aria come un senso di distacco.

Gli pare di cogliere nella deferente cortesia di Schuster una ostilità mascherata di premuroso rispetto.

Nel salottino entrano loro due soli.



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